Cari Aussie Lovers,

È per me un grandissimo piacere riportarvi qui dei piccoli pezzi di vita di alcune persone che hanno voluto aderire al progetto! Sono molto contenta, di poter mostrare diverse vite ma che hanno in comune l’amore per l’Australia. 

1. “La mia decade Downunder” (Barbara dell’Orfano)

Ho lasciato Milano nel maggio 2012, ricordo lo zaino decisamente troppo pesante e l’adrenalina di un viaggio cosi’ lungo.

Ero partita per fare un’esperienza diversa, per imparare l’inglese, per avventurarmi un po’ in un posto nuovo; dieci anni dopo sono ancora qui.

Mi chiamo Barbara, ho la doppia cittadinanza ottenuta dopo essermi addentrata nell’intricato e costoso sistema di visti dell’immigrazione australia.

Ho iniziato con il classico working holiday visa, passando per uno student per poi ottenere uno sponor visa, che porta alla residenza permanente fino alla vetta della cittadinanza.

E’ stato un viaggio lungo, costoso ma pieno di avventure e insegnamenti che mi portero’ dietro per sempre.

In Australia si impara che le distanze per come le conosciamo noi europei sono irrisorie, in questo paese percorrere 500 km in un giorno e’ la norma. Si impara che i tramonti non hanno confini e che l’oceano e’  un posto pericoloso e magnifico.

Nei miei primi anni ho viaggiato molto, esplorando tutta la costa est da Cairns fino a Melbourne e ritorno. Ho visto la barriera corallina cambiare negli anni, diventando sempre piu’ bianca. Ho esplorato il centro dell’Australia con mio fratello in vacanza dopo la laurea.

Ma sopratutto ho conosciuto il mondo del lavoro per gli immigrati europei e non.

Durante il primo anno ho fatto svariati lavori nel campo dell’agricoltura, accorgendomi presto che lo sfruttamento della manodopera era all’ordine del giorno anche da questa parte di mondo. Dalla potatura delle viti alla raccolta dei mandarini, per poi passare all’irrigazione o all’impacchettare frutta in fabbrica. Nonostante si trovassero persone oneste di tanto in tanto, la paga era molto buona e ti permetteva anche di risparmiare, molto spesso si incappava in persone disoneste che sfruttavano senza problemi.

La mia piu’ grande fortuna e’ stata di trovare una persona che ha creduto in me e ha deciso di investire nella mie capacita’, cosi’ abbiamo inziato il percorso insieme. Da che ero la ragazza delle pulizie sono diventata la manager del caravan park per cui lavoravo. Ho portato avanti molti progetti, tra cui uno con il comune del paese per aprire una facility per accogliere i giovani backpackers, aiutarli nella ricerca lavoro  e garantire un alloggio economico e sicuro. Ho conosciuto centinaia di ragazzi e ragazze con cui ancora conservo bellissimi rapporti. 

Ora sono mamma  di una bambina di 2 anni, non vivo piu’ nel paese dove sono stata per 8 lunghi anni, un piccolo paese dell’outback che mi ha dato l’opportunita’ di poter chiamare l’Australia “casa”.

2) “ La vacanza della mia maturità” (Naomi Sbarufatti)

Nell’ottobre del 2017 i miei genitori mi hanno regalato un viaggio in  Australia con le mie sorelle. Ero molto entusiasta perché per me era la prima esperienza in un luogo così lontano. Il giorno della partenza in aeroporto ci hanno fatto più controlli del solito, addirittura quando abbiamo fatto scalo in Thailandia ci hanno controllati con i cani antidroga. Dopo 23 ore diviaggio siamo atterrati a Perth western Coast. Abbiamo alloggiato nel quartiere di Freementle (Freo per gli amici) in una casa con vista sull’oceano. 

Calata l’adrenalina io e le mie sorelle abbiamo iniziato a sentire il peso del jet leg, ma ci siamo impegnate a non cedere al riposo e siamoandate subito a visitare la città. Non molto lontano da dove alloggiavamo c’era una delle vie principali : la Cappuccino Street, una via piena di bar,  la bakery Houseristoranti e negozi di nicchia. Questa parte di Fremantle mi ha colpito particolarmente per lestrutture in stile inglese e la sua vivacità. 

Nelle seguenti tre settimane abbiamo fatto diverse escursioni, come prima cosa siamo andate a visitare Rottnest Island che l’isola dove abitano i Quokka. 

In questo posto  è vietato il traffico automobilistico, perciò danno la possibilità di noleggiare delle biciclette per girarla in maniera più veloce. La caratteristica di quest’isola è che ha delle strade larghe con salite ripide ed è piena di vegetazione, colori brillanti, cielo limpido, inoltre è presente un lago salato di colore rosa a causa di un’alga che contiene beta-carotene e regala una tinta quasi surreale. L’isola è quasi del tutto incontaminata. 

Le spiagge sono immense con una sabbia fine, bianca e acqua cristallina con varie tonalità dall’azzurro al blu. 

Oltre ai dolci quokka abbiamo visto anche dei strani esemplari di volatili con gli occhi rossi e un brown snake, serpente velenoso sulla costa. 

Un’altra giornata indimenticabile è stata quella della gita in barca nell’oceano dove abbiamo avuto la possibilità di nuotare con i delfini selvaggi oppure quando siamo andati al safari dove abbiamo visto e accarezzato i canguri, i koala, diavoletti della Tasmania e tanti altri esemplari. 

Abbiamo scoperto passeggiando per King’s park che i veri e più antichi abitanti dell’Australia sono gli aborigeni persone di carnagione scura di media  statura molto Wild, la loro particolarità era che camminavano a piedi scalzi con vestiti molto umili. 

Gli australiani sono persone molto accoglienti e solari, quando siamo andati a Roleystone (in campagna) abbiamo fatto un brunch in un locale molto frugale e confortevole e abbiamo conosciuto dei ragazzi Super simpatici e alla  mano.

La cosa più bella delle persone che abitano lì è che nessuno si permette di giudicare le diverse usanze delle persone come per esempio il colore dei capelli, l’orientamento sessuale ,i peli sotto le ascelle sulle gambe, il modo di vestire ecc… mi ha fatto molto riflettere, perché invece in Italia questa cosa accade all’ordine del giorno. 

Uno degli ultimi giorni in Australia siamo andate su un traghetto che percorreva lo Swan River e mentre guardavo tutti i palazzi alla riva del fiume ho pensato a quanto tutta questa esperienza mi abbia arricchito e cambiato. Mi ha regalato dei ricordi meravigliosi che sono ancora così vividi nella mia memoria nonostante il tempo.

Sono state tre settimane intense ricche di emozioni che rifarei più che volentieri e consiglio a tutti vivamente di andarci almeno una volta nella vita.

3) “ Un biglietto di sola andata” (Jacopo Bason)

Mi piacerebbe andare in Australia perché vorrei vedere l’offerta lavorativa che sicuramente sarà differente da quella italiana, vedere lo stile di vita e migliorare il mio inglese!

4) In ricordo di Mattia Fiaschini dal libro “ In viaggio al di là del mondo”

Il 29 gennaio di un anno fa, Mattia un ragazzo di 25 anni da Cesenatico, perse la vita in Australia a causa di un tragico incidente tra i dirupi delle Blue Mountains. Voglio riportare alcuni passi del libro ( scritto dal collega del padre). 

….” Viaggiare è sempre stata la passione più grande di Mattia, era affascinato dalla natura e dalle escursioni in mezzo al verde e passava tutte le estati nella casa dei nonni, in Alta Val di Trebbia.”

“… Ma Mattia era uno spirito libero, aveva venticinque anni e voleva ancora  girare a scoprire il mondo. Casi anche in Australia, alternava il lavoro con alcuni viaggi in Vietnam, Thailandia, Cambogia, Corea del Sud, Malaysia, Filippine, nelle montagne del Nepal, in Brasile, Costa Rica, Panama, Ecador…”

“…Purtroppo la sfortuna è in agguato. Nel primo pomeriggio, costeggiando un canyon molto profondo, il  terreno gli cade improvvisamente sotto ai  piedi scivola nel baratro per centinaia di metri e si trova al fondo del canalone.”

“…Ho vissuto sempre a modo mio e vale veramente la pena vedere il mondo”

Un grosso e sentito abbraccio a Mattia che vive nel vento, alla famiglia Fiaschini e al padre Rodolfo che mi ha contattato. Per me è stato un onore ricordare suo figlio. 

5) “ Due mesi e una laurea”  (Elena Viganò)

Sono due i mesi che Elena Viganò, studentessa di Cassago Brianza, ha trascorso dall’altra parte del mondo per partecipare alle lezioni e alla vita scolastica della Holy Spirit Primary School a City Beach, nei dintorni della città australiana di Perth.

Iscritta alla facoltà di Scienze della formazione primaria presso l’ateneo di Milano Bicocca, la studentessa è partita a fine giugno dopo aver partecipato al bando universitario per svolgere la ricerca tesi all’estero.

“L’Australia non era neppure tra le destinazioni previste” ha confessato Elena che ostinatamente non ha rinunciato al suo progetto, confidando nel sostegno di una coppia italiana che ha fatto da tramite con l’istituzione scolastica per ottenere i documenti richiesti. “Con il loro prezioso aiuto, ho risolto tutti gli impedimenti burocratici e a fine giugno sono partita per l’Australia, dove avrei dovuto svolgere un tirocinio di ricerca presso la scuola elementare Holy Spirit Primary School per conoscere da vicino il sistema scolastico di quel paese” ha spiegato.

Il suo obiettivo era chiaro: “volevo osservare le relazioni all’interno del contesto scolastico in modo da comprendere l’utilizzo dei materiali e degli spazi e da analizzare le metodologie didattiche nella scuola di City Beach. Lo studio comparato del sistema australiano e di quello italiano infatti, saranno al centro della mia tesi” ha affermato Elena che proprio in questi giorni si sta impegnando nella stesura dell’elaborato finale, mettendo insieme le nozioni apprese e le esperienze vissute.

Oltre alle ore trascorse a fianco delle insegnanti e dei bambini dell’Holy Spirit Primary School, a cui Elena ha insegnato anche qualche parola di italiano e raccontato il Bel Paese, i due mesi a City Beach sono stati anche l’occasione per conoscere gli usi e le abitudini locali. “Alloggiavo presso la famiglia italiana che mi ha hanno coinvolto in molte delle attività del posto: ho imparato anche a guidare a destra e a fare surf” ha detto con un sorriso prima di elencare i viaggi che l’hanno portata a scoprire alcuni dei luoghi più curiosi dell’isola australiana. “Perth è definita la città “più isolata al mondo”, appena superavo l’ultima cintura urbana ero completamente immersa nella natura” ha ricordato, aggiungendo di aver visitato “Albany, Cape Lewingthon, dove c’è il faro più alto della costa” e di aver visto le immense distese di spiaggia tipiche delle coste oceaniche.  

Al di là di alcuni dettagli come “la pizza congelata a venti dollari” che le hanno fatto chiaramente rimpiangere l’Italia, dai due mesi trascorsi in Australia Elena è tornata con una convinzione chiara: “capisci che stessi bisogni e esigenze vengono soddisfatte in maniera e modi diversi a seconda del luogo e della cultura e comprendi che il tuo modo di vivere non è né l’unico e né il migliore sulla faccia della terra”.

Un grandissimo grazie a Barbara, Noemi, Jacopo, Rodolfo con Mattia  ed Elena!