Per prima cosa, le presentazioni.

Sono Barbara di anni 34, originaria di Milano ma, come tanti altri, con genitori provenienti dal Sud Italia, metà siciliana e metà campana. Nata a Ponte Dell’olio, uno piccolo paese nella provincia di Piacenza. In Italia sono stata maestra d’asilo, babysitter, tutor di un istituto professionale, commessa di un’erboristeria ayurvedica, volontaria di Emergency e di un’associazione di pubblica assistenza…Insomma, come si dice in Sicilia, “nuddu miscatu cu nienti.”
Questo mi ha portato il 31 Maggio 2012 a Brisbane con una valigia troppo pesante e piena di vestiti inutili. Che ho poi abbandonato in giro per l’Australia nel corso del mio primo anno. Al contrario di altri, grazie al mio essere freddolosissima, avevo portato molti più capi invernali di quanto si pensa potrebbe servire da questo lato dell’emisfero. Ho così potuto affrontare, senza sorprese, il freddo inverno di Melbourne, del deserto e dell’interno del Queensland.
Sono anche la mamma di Alma, di quasi due anni, che ha già 3 passaporti. La sua prima parola in italiano, la seconda in spagnolo e la terza in inglese. Il mio compagno è infatti cileno, ci siamo conosciuti qui in Australia qualche anno fa. Lei è senza dubbio il traguardo migliore raggiunto.

Sono stata la manager di un Caravan Park in un paesino minuscolo dell’interno del Queensland per 7 lunghi anni, dove avevo iniziato come housekeeper…quindi semplice donna delle pulizie. Arrivai in questo paese per lavorare nelle farm per poter rinnovare il working holiday visa.
Sono diventata cittadina Australiana da poco più di un anno, ho attraversato in questi 9 anni il mondo dei visti australiani partendo da un working holiday visa, passando per uno student, uno sponsor e infine un permanent visa che mi ha permesso poi di applicare per la cittadinanza.
Sono stata un appoggio, per gli almeno 2000 backpackers passati dal caravan park o dal paese dove vivevo, che ho aiutato a trovare lavoro, accomodation, fare la richiesta per le tasse o il secondo visto o più semplicemente per aprire un conto bancario.

Sono anche quella ragazza che ha attraversato un pezzo di deserto da sola, rischiando un incedente mortale per bere un goccio di acqua. Ed anche quella stupida che si é avvicinata troppo ad un varano, il segno sul braccio della sua cordata veloce è andato via dopo due anni appena! Ma anche quella che si é trovata faccia a faccia con un brown snake e ancora quella che, nuda entrando in doccia si ritrovò con uno forse anche più pericoloso, quello nero con la pancia rossa.

Ho avuto modo di viaggiare in lungo e in largo per questo vasto continente per i primi due anni, prima di concentrarmi sulla carriera e sul modo di poter raggiungere l’obiettivo della cittadinanza.
Quando arrivai qui nel 2012 avevo salutato casa dicendo, “starò via un annetto, giusto il tempo di imparare la lingua, viaggiare un po’ e riposarmi”… sono tornata poche volte negli ultimi anni, solo per qualche settimana. Quest’anno soltanto, grazie al virus, sono rimasta più a lungo, bloccata dalle cancellazioni di voli e chiusure varie.
Sono rientrata a casa durante la pandemia, chiedendo un permesso eccezionale per poter lasciare l’Australia. Questo é il solo paese al mondo che ha chiuso anche in uscita e non solo in entrata i viaggi internazionali. Per poter viaggiare bisogna ottenere un permesso che viene rilasciato per motivi di lavoro, umanitari, gravi motivi personali, di interesse nazionale o per un viaggio di una durata superiore ai 3 mesi.
Mi piacerebbe iniziare a raccontare la mia esperienza a ritroso…partendo da questo ultimo faticoso e stravagante viaggio di ritorno in Italia. Un viaggio che solitamente, per chi vive all’estero ed e’ abituato ai viaggi intercontinentali, si organizza in pochi giorni….questa volta invece insolitamente difficile e macchinoso.
Vorrei raccontare su come ho ottenuto il permesso di uscire e rientrare in Australia…su come é andato il viaggio, su cosa e come abbiamo trovato negli aeroporti ma soprattutto come abbiamo, io e la mia bimba sole, affrontato la quarantena in un hotel una volta tornate in terra australe.
Di come abbiamo trovato l’Italia, purtroppo, ne sarete già al corrente speriamo solo di non vederla mai più così distrutta.
A presto quindi….e buon 2021 a tutti.