Dopo l’Amazzonia ora tocca all’Australia

Continuano gli incendi nel continente australiano. Sono migliaia gli ettari boschivi andati in fumo  dal mese di ottobre e la situazione non mostra cenni di miglioramento: centinaia le persone evacuate, temperature oltre la soglia dei 40 gradi, migliaia di ettari boschivi andati in fumo e molte zone del New South Galles sono isolate e senza elettricità. Ed è proprio in questa zona che il governo ha proclamato lo stato d’emergenza, consigliando a tutti i cittadini di rimanere nelle proprie case per evitare intossicazioni e problemi respiratori. Ad alimentare questa drammatica situazione ci sarebbero le forti raffiche di vento e le temperature in costante aumento per via della stagione estiva ormai alle porte. 

Le vittime di questa tragedia

Quasi oltre un milione di ettari boschivi ridotti in cenere, più di 500 case distrutte e 6 persone decedute. È questo il bilancio a seguito degli incendi che stanno devastando l’Australia da qualche settimana. A questo quadro drammatico dobbiamo aggiungerne un altro, ossia quello dei koala, i marsupiali simbolo di questa nazione. Nei giorni scorsi abbiamo potuto leggere o ascoltare da alcuni media la notizia secondo la quale questi animali, a seguito degli incendi boschivi che si sono verificati ultimamente, sarebbero ormai “funzionalmente estinti”. In poche parole, non ci sarebbero membri sufficienti di questa specie che possono dar vita a nuove generazioni. Questa notizia  proviene da un’ associazione australiana che si occupa di proteggere e conservare la specie dei koala, la Australian Koala Foundation (AKF), la quale varie volte in passato aveva già annunciato che i koala potevano scomparire nell’arco di breve tempo da tutto il territorio australiano. La notizia, in pochissimo tempo, ha fatto il giro del mondo, provocando sdegno ed incredulità a milioni di persone. 

Ma le cose stanno realmente cosi? 

Secondo l’AKF, infatti, non esisterebbero più di 80.000 koala in tutta la nazione australiana. La fonte di questa affermazione, però, sembra non aver alcun tipo di fondamento scientifico poiché, come hanno spiegato molti ecologisti, non è possibile fare una stima esatta di tutti i koala presenti nel territorio australiano, dato che questa specie animale è molto difficile da rintracciare. Tra i massimi esperti che prendono le distanze con quanto dichiarato dall’AKF vi è la ricercatrice Christine Adams-Hosking della University of Queensland, sostenendo che in natura non abbiamo mai la certezza di poter dire che una specie si sta estinguendo senza avere dei dati certi. Come ha spiegato in varie interviste, la popolazione dei koala non è equamente distribuita sull’intero continente. In molte zone troviamo una concentrazione maggiore del marsupiale, con un alto tasso di proliferazione, mentre in altre zone questo non avviene. Inoltre moltissimi koala vivono sulle piante di eucalipto, nascosti dal fogliame, il che rende molto difficile fare una stima di tutti i koala presenti sul territorio australiano. Questo naturalmente non vuol dire che i koala non siano a rischio d’estinzione dato che il suo habitat, composto prevalentemente di boschi di eucalipto e foreste, sta lentamente venendo meno. Molte sono le iniziative per aiutare i piccoli marsupiali a sopravvivere. Solo in Australia, la campagna lanciata dal Koala Hospital di Port Macquarie ha raccolto più di un milione di dollari, destinati alla ricostruzione di habitat sicuri e per l’ installazione di punti di abbeveramento nelle zone devastate dal fuoco. L’ospedale attualmente si sta occupando di circa 30 koala, che vengono costantemente monitorati e reidratati, mentre le ustioni vengono curate con fasciature e bende. Tutt’ora sono in corso operazioni di salvataggio da parte di volontari e operatori di enti locali.